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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Notizie Sviluppo globale: una nuova visione
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Sviluppo globale: una nuova visione

Verso un mondo più umano e inclusivo. In un contesto mondiale segnato da crescenti disuguaglianze e fragilità strutturali, la cooperazione missionaria si propone come una chiave interpretativa fondamentale per promuovere un modello di sviluppo più equo e solidale. Per approfondire questo tema, la Fondazione Magis, in collaborazione con la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana, ha organizzato l’incontro intitolato “L’altro sguardo sul mondo. Cooperazione missionaria: una visione di libertà e giustizia sociale”, tenutosi a Roma il 9 aprile presso la sede dell’Ateneo. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto, arricchita dalla partecipazione di voci autorevoli che, da prospettive diverse ma complementari, hanno riflettuto sul ruolo della missione, della teologia e dell’economia nello scenario attuale. La riflessione teologica ha dialogato con l’analisi economica dello sviluppo, cercando di delineare percorsi concreti per un futuro ispirato al bene comune. L’incontro ha inoltre messo in luce la rilevanza di un approccio capace di tenere insieme la dimensione locale e quella globale, ribadendo il ruolo essenziale della cooperazione missionaria come risposta alle grandi questioni del nostro tempo. In questo senso, l’evento ha offerto un’importante opportunità per riflettere su come teologia, missione ed economia possano convergere verso una visione condivisa di libertà, giustizia sociale e pace, orientata alla costruzione di un mondo più umano e inclusivo.

Camminare insieme al tempo della crisi. Padre Ronny Alessio sj, Superiore Provinciale della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù, nel corso del suo intervento ha sottolineato come la situazione attuale mette tutti alla prova, non solo dal punto di vista economico, ma anche umano e culturale. Si vive in un tempo segnato da estremismi e nazionalismi che generano ansia, soprattutto nei giovani, già provati dal trauma collettivo del Covid. Di fronte a una società che spinge verso l’individualismo e la difesa dei propri interessi, ciò che si deve fare è testimoniare uno stile diverso, fatto di condivisione, attenzione agli altri e dialogo tra culture. Seguendo l’invito di Papa Francesco, l’impegno non è solo teorico ma operativo: vedere, giudicare e agire. Con umiltà, si cerca di camminare insieme, ascoltare e costruire una cultura dell’incontro, rifiutando l’indifferenza che rende invisibili i poveri.

Provinciale P. Alessio, Prof. Bongiovanni, Prof. Huang SJ, Dott. Costantino Coros (moderatore)

Impegno profetico e sfide globali. Dopo il Superiore Provinciale è stata la volta di padre Daniel Huang sj, coordinatore Specializzazione in Missiologia della Pontificia Università Gregoriana, il quale ha soffermato la sua riflessione sul fatto che vivere oggi la dimensione sociale dell’evangelizzazione è una sfida, in un’epoca segnata da rapidi cambiamenti che generano smarrimento e pongono domande sul futuro dell’umanità e del pianeta. Il protezionismo economico mina la solidarietà internazionale, creando esclusione e povertà. L’economia dell’attenzione e l’intelligenza artificiale modificano profondamente il modo in cui lavoriamo, ci relazioniamo e comprendiamo la realtà. La democrazia è minacciata dal populismo e dall’autoritarismo, mentre la società si frattura in una crescente polarizzazione affettiva. A tutto ciò si aggiunge una crisi di speranza, soprattutto tra i giovani, che spesso rinunciano al futuro e a generare nuova vita. In questo scenario complesso, la Chiesa è chiamata a un impegno profetico e concreto, per incarnare giustizia, solidarietà e amore.

La responsabilità nell’era digitale. Il Decano della Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana, padre Peter Lah sj, ha posto l’accento sul fatto che oggi sono l’egocentrismo e il materialismo che dominano la società, alimentati da una cultura del consumo e dall’influenza dei social. L’autostima si confonde con la ricerca di approvazione altrui, e la vita viene ridotta al benessere materiale. L’intelligenza artificiale, poi, mette in crisi la dignità del lavoro e il valore della comunicazione vera e autentica. L’algoritmo non si chiede se un’informazione sia vera o meno. Si chiede invece se un contenuto ci piaccia o meno, se ci potrebbe interessare o meno. Non è guidato da un’idea del bene comune e umano. Sceglie contenuti stuzzicanti e controversi, non quelli importanti. E allora, come riprendere la nostra autonomia e dignità, cioè la nostra umanità, in queste condizioni? È un problema a cui ciascuno di noi dovrà rispondere per sé stesso. Non lo può risolvere l’intelligenza artificiale e neanche il governo, la Chiesa, le aziende o i vicini. Non senza il nostro contributo. Si diventa umani riflettendo e agendo in modo intelligente e responsabile. Le istituzioni possono favorire un clima favorevole alla crescita nell’umanità, ma il crescere lo deve fare l’uomo. Io devo scegliere se perdermi nel mare di stimoli, rispondendo quasi in modo animalesco, oppure sostare e riflettere, sviluppare il senso di chi sono e che cosa, nel mio caso, è una vita buona. Decidere, in ultima analisi, di uscire dalla mia bolla autoreferenziale e farmi vicino al fratello e alla sorella. La vicinanza umana non è questione di spazio, è l’atteggiamento che mira all’inclusione e alla condivisione, all’empatia e alla solidarietà.

Prof. Garonna, Dott.ssa Barsotto, Prof. Lah SJ , Dott. Costantino Coros (moderatore)

La cooperazione: risposta alla paura del presente. Sul ruolo della cooperazione internazionale oggi ha riflettuto Ivana Borsotto, Presidente Focsiv. Il nostro tempo, segnato da una profonda paura ed ansia per il futuro che si è trasformata in timore del presente, del mondo e dell’altro. Questo clima alimenta chiusure, populismi e diffidenza, rendendo difficile il lavoro di chi fa cooperazione internazionale. La cooperazione lavora per trasformare i diritti in realtà quotidiana, anche nei luoghi più disumani, mostrando come proprio nella povertà estrema possa nascere la solidarietà più autentica. Serve però anche una risposta politica: i progetti devono diventare politiche pubbliche. Non basta più essere spettatori critici, ma occorre credere nelle istituzioni e nella democrazia. Infine, c’è una sfida spirituale: Papa Francesco ci invita a non fermarci ai palliativi, ma ad affrontare le cause delle ingiustizie, promuovendo dialogo, fratellanza e conoscenza reciproca, anche nel quotidiano dei progetti sul campo.

Per uno sviluppo umano integrale. L’economista Paolo Garonna, Presidente della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, ha posto l’accento sulla differenza concettuale e sostanziale tra crescita e sviluppo. Ciò che conta è il passaggio dalla semplice crescita economica allo sviluppo umano integrale, che richiede un approccio multidimensionale: non solo produzione e consumo, ma anche capitale umano, fiducia, buon governo, tutela dell’ambiente, pace e sicurezza. L’economia moderna ha ampliato gli strumenti analitici per affrontare le disuguaglianze, i cambiamenti tecnologici e demografici. Tuttavia, oggi viviamo una crisi di sistema caratterizzata da una frammentazione geopolitica in aumento. La risposta non può essere un ritorno al liberismo puro, ma una rinnovata alleanza tra politica, economia e solidarietà. Serve coerenza tra aiuti e scambi, evitando pratiche che generano dipendenza. La Dottrina Sociale della Chiesa e la cooperazione missionaria offrono un modello positivo, etico e inclusivo per affrontare le sfide globali di questa nuova epoca.

Impegno sul campo. Infine, le conclusioni sono state affidate ad Ambrogio Bongiovanni, Presidente della Fondazione Magis ETS, Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei Gesuiti. Bongiovanni ricordando l’importanza di chi lavora sul campo in paesi complessi e difficili ha messo in rilievo il valore di un metodo che caratterizza lo spirito di molte realtà missionarie: vedere, giudicare e agire. Metodo sottolineato più volte da Papa Francesco. In questi tre verbi sono racchiuse le sfide della cooperazione internazionale missionaria nelle società contemporanee. Vedere implica una lettura teologica della realtà, giudicare richiede criteri fondati sul Vangelo e agire significa schierarsi con i poveri, non con i potenti. È una scelta profetica, che comporta coraggio e spesso un prezzo da pagare. La crisi sistemica non affrontata, mostra oggi i suoi effetti, aggravando problemi globali come la mancanza di pace, giustizia sociale e libertà. Il Giubileo della speranza invita alla responsabilità e a una speranza radicata nella fede e nella carità. Questa speranza cristiana genera giustizia e va controcorrente rispetto alla logica dominante del conflitto. La crisi culturale ed etica che abbiamo di fronte può diventare un’opportunità di risveglio e cambiamento, anche grazie a un nuovo modo di guardare il mondo: umano, aperto e profondo. In questo contesto, le ONG, come la Fondazione Magis, sono interlocutori liberi, capaci di portare le istanze delle popolazioni direttamente nei luoghi decisionali. La loro missione è profetica ed è fondata su un impegno concreto sul campo. I progetti camminano grazie alle persone e non agli algoritmi.

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