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Opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
MAGIS Notizie “Diario dal Brasile”, tra luglio e agosto. La natura e la solidarità non vanno mai in ferie
Brasile,

“Diario dal Brasile”, tra luglio e agosto. La natura e la solidarità non vanno mai in ferie

Simone Garbero, classe 1998, è un volontario della Fondazione Magis partito da Torino alla fine di Gennaio per una missione di sei mesi in Brasile. Simone è accolto e guidato in un percorso di formazione integrale dal Centro Alternativo di Cultura (CAC): è un volontario dell’equipe di lavoro e si sta occupando di comunicazione. La Fondazione MAGIS è presente in quest’area con il progetto “Reti di economia solidale delle donne in Amazzonia” e con il Sostegno a Distanza (SaD).
Come spesso accade, chi va per aiutare, scopre di ricevere più di quanto possa donare e le parole che Simone ha inviato a membri e collaboratori della Fondazione Magis attraverso whatsapp durante la sua esperienza in Brasile racchiudono il senso di un’esperienza che spalanca gli occhi e il cuore.
La potenza dei suoi racconti è tale da averci fatto pensare di condividerla con amici e sostenitori della fondazione Magis. Nella rubrica “Diario dal Brasile” vogliamo mensilmente raccogliere i messaggi che Simone scrive con lo stile del diario quando qualcosa di ciò che vive lo colpisce particolarmente.

Il diario dal Brasile. Tra luglio e agosto

Dall`Amazzonia n. 10. – In questo mese di luglio la maggior parte delle attività del Centro Alternativo de Cultura – CAC di Belem sono in pausa per le ferie, soprattutto il progetto con bambini e adolescenti. Così l’equipe ha un po’di tempo per riguardare al lavoro fatto in questo primo semestre e abbiamo prodotto alcuni racconti che sono la mia cartolina per questa volta.

Uno è una sorta di giornalino – newsletter in cui si racconta un po’di tutto: chiaro che è in portoghese, ma secondo me il senso si riesce a capire, o per lo meno guardare le foto! 😉Il secondo testo invece è in italiano e l’ho preparato per la Fondazione MAGIS della provincia Euromediterranea dei gesuiti, che sta finanziando il progetto del CAC con le donne artigiane.

In particolare su questo progetto sto un po’lavorando in questo periodo  per realizzare una campagna di donazioni per fornire alle artigiane del progetto strumenti e attrezzature per rinforzare le loro microimprese. Si tratta il più delle volte di cose abbastanza semplici come un decespugliatore, un frullatore o un’impastatrice, ma per l’economia di minuscole imprese acquistarle comporterebbe costi insostenibili. Per questo il CAC sta  provando a bussare alla porta di donatori e soprattutto delle aziende che vendono o fabbricano questi prodotti. Non so se ce la faremo in questa prima fase, ma ci stiamo provando!

Quello che mi  sembra interessante di tutto questo è lo sforzo per pensare logiche che vadano oltre a progetti di assistenzialismo a famiglie in difficoltà, con il sostegno al lavoro e all’indipendenza che nasce dalle creatività .

Dall’Amazzonia n.11 – L’acqua credo di averlo già raccontato, è l’elemento fondamentale dell’Amazzonia, che dà vita a tutti i suoi abitanti ed è la via di comunicazione principale per le piccole comunità di umani sparpagliate in questa regione. Bene, è proprio sull’acqua che sto scrivendo oggi, dal ponte più in alto di un grande barca che mi sta riportando con due giorni e mezzo di navigazione a Belém , dopo qualche giorno di vacanza conoscendo altre parti di Amazzonia. ⛴️

Con le cartoline di oggi vorrei presentare tre abitanti illustri di queste acque che ho potuto conoscere in questi giorni!

🦭 Pesce-bue

In italiano sarebbe Lamantino Amazzonico, ma il nome locale mi sembra molto più convincente: è un buffissimo pallone di grasso con una grande coda a spatola e un muso da foca, super vorace di qualsiasi pianta galleggiante.

Anche lui molto difficile  vederlo in natura: si può intuire la sua presenza dalle piante che scompaiono sott’acqua!

Questo simpatico amico putroppo è stato cacciato per molti anni soprattutto per la sua pelle resistentissima. Oggi è protetto e ci sono diversi progetti di reintroduzione , come quello a Santarém da cui la foto della mia cartolina

Pirarucú

È il mio pesce perferito: ha un aspetto preistorico e un adattamento unico all’ambiente amazonico. Innanzitutto è il più grande pesce di acqua dolce con la sua forma affusolata lunga fino a due metri, ha il corpo ricoperto da squame dure e la sua caratteristica più importante è che respira aria come noi! Ogni decina di minuti emerge e tira una boccata d’aria, mostrando poi la sua schiena squamosa che potrebbe far venire in mente un mostro marino a chiunque.🐉 Questa strategia di adattamento gli permette di sopravvivere anche se finisce d’estate in zone d’acqua bassa poco ossigenata.

La sua carne è molto buona e si conserva soprattutto secca in grandi rotoli.

Questo video è fatto in una vasca del Museo dell’Amazonia di Manaus: molto difficile vederlo in natura nell’acqua opaca del fiume!

🐬 Boto

É il delfino rosa amazonico: un parente dei delfini di mare, con la caratteristica di essere completamente rosa da aduto! Sembrerà un colore strano, ma bisogna ricordare che le acque dei fiumi amazonici non sono blu come il mare, ma marroncine o nerastre, tipo caffelatte o tè nero, dipende dalla zona, per cui il rosa è un buon colore per non farsi vedere!

Ho conosciuto i boto vicino al mercato del pesce di Santarém, dove stanno in attesa di pezzi di pesce buttati in acqua!

È un animale sacro per gli indigeni e ci sono leggende di ragazze rapite da boto mentre facevano il bagno e ricomparse dopo qualche giorno misteriosamente gravide….😉

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