L’Amazzonia oggi è un territorio aggredito dalle estrazioni intensive delle risorse naturali, dai megaprogetti, dalla deforestazione, dalla migrazione e dall’urbanizzazione. Le comunità locali (urbane e rurali) sono destrutturate economicamente e culturalmente con conseguenti migrazioni e degrado sociale. Si assiste a una sistematica negazione dei diritti fondamentali di cittadinanza, alla precarietà dell’istruzione pubblica e dell’assistenza sociale, all’aumento della disoccupazione e allo sfruttamento dei lavoratori, allo smantellamento e alla negazione delle politiche di protezione dei popoli indigeni, in particolare ribeirinhas (che vivono lungo i fiumi) e quilombolas (discendenti degli schiavi neri fuggiti dalla piantagioni). I più vulnerabili sono i bambini e le donne.

È in questo contesto che si svolgerà la COP30 del 2025 sul cambiamento climatico. Persone da tutto il mondo si riuniranno a Belém, in piena Amazzonia, la cui foresta pluviale svolge un ruolo centrale nella geopolitica e nell’economia del pianeta. È pertanto necessario garantire che la voce, le esperienze e i bisogni della popolazione locali siano ascoltati a livello internazionale, in particolare le richieste delle donne, degli adolescenti e dei bambini che sono i più vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma sono anche coloro che dimostrano maggiore sensibilità e impegno nella costruzione di una società più giusta che combatte le disuguaglianze sociali e promuove la cura della creazione.

Il progetto gestito dalla Fondazione MAGIS, in collaborazione con il Centro Alternativo di Cultura Padre Freddy (CAC) – Centro Sociale della Rete per la Promozione della Giustizia Socio-Ambientale dei Gesuiti del Brasile – mira a sostenere le comunità locali dell’Amazzonia brasiliana promuovendo lo sviluppo di bambini, adolescenti e donne, sensibilizzandoli sulle tematiche sociali e ambientali, accompagnandoli in un processo di consapevolezza e autodeterminazione a difesa del proprio territorio, e promuovendo una Economia Popolare e Solidale che generi al contempo reddito e sostenibilità.

Obiettivo generale: contribuire allo sviluppo di un processo formativo umanizzante, trasformativo ed emancipativo in un’ottica di rafforzamento dell’autonomia e del protagonismo dei bambini, di adolescenti e donne per la promozione della giustizia socio-ambientale in Amazzonia.

Obiettivo specifico: rafforzare le capacità di bambini, adolescenti e donne che vivono in 4 città (Belém, Ananindeua, Barcarena e Colares) dell’Amazzonia del Pará affinché diventino agenti di cambiamento per la giustizia socio-ambientale e socio-economica.

A tal fine il progetto agisce su due fronti:

1. Promuovere attività socio-culturali e educative volte a rafforzare l’autonomia e il protagonismo dei bambini e degli adolescenti di età compresa tra i 6 e i 15 anni in situazioni di vulnerabilità sociale, indipendentemente dalle loro radici etniche, razziali, religiose e territoriali, affinché comprendano il loro importante ruolo nelle comunità, diventino protagonisti nell’organizzare attività socio-culturali ed educative e si impegnino nella difesa dell’ambiente e dei loro diritti. Grazie ad Educatori Popolari Volontari (leader comunitari, volontari, educatori artistici) viene fornita assistenza sociale e sostegno educativo ai bambini e adolescenti che provengono dalle famiglie di 10 comunità urbane, ribeirinhas e quilombolas della periferia di Belém e del nord-est del Pará.

2. Offrire percorsi di formazione, consulenza e sostegno a 10 gruppi di donne per consolidare la loro Rete di economia solidale, in particolare la Rete delle “Donne dell’Acqua”[1]. I gruppi hanno già avviato attività produttrici di reddito grazie anche a un’iniziativa finanziata dal MAGIS negli anni 2022-2023. Ora, attraverso percorsi formativi sull’economia solidale, l’affettività, l’autonomia, la generazione di reddito, il consumo etico e la solidarietà, potranno consolidare la loro rete di Economia solidale e di ReEsistenza


[1] Il nome “Donne dell’Acqua” deriva dal fatto che l’acqua è la caratteristica vitale del contesto amazzonico, l’acqua è la parte fondamentale e imprescindibile del territorio, acqua dei grandi fiumi ma anche delle piogge incessanti e continue.

Dove

Pará, Brasile

Periodo

2025-2026

Destinatari

10 comunità indigene dell'Amazzonia Brasiliana nello Stato del Parà. Beneficiari diretti: 191 bambini e adolescenti, 44 donne organizzate in 10 gruppi di Economia Solidale, 150 persone partecipanti al seminario finale, 49 educatrici popolari. Beneficiari indiretti: 1.150 persone, quali familiari dei beneficiari diretti, persone socialmente ed economicamente vulnerabili  

Contributo

Progetto finanziato con i fondi 8xmille della Chiesa Cattolica         Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 8x1000-1-355x355.png          

Contesto

Negli ultimi anni, la crescita della produzione industriale e l’aumento dei prezzi dei minerali sui mercati internazionali hanno provocato una corsa delle multinazionali per accaparrarsi le riserve minerarie dell’Amazzonia brasiliana, alimentando la deforestazione e i crimini ambientali. L’estrazione avviene in forma predatoria e non sostenibile, con devastazione di vaste aree di terra che provocano la distruzione dell’ambiente e l’allontanamento delle popolazioni tradizionali e più vulnerabili dai propri territori.

Le comunità locali vivono in condizioni degradanti e sono costrette a migrare, le più colpite sono le popolazioni indigene, ribeirinhas e afro-discendenti, le quali, sempre più schiacciate ed emarginate, tendono a nascondere le proprie origini. La loro identità, quindi, rischia di scomparire e con essa un enorme patrimonio culturale. A causa della bassa densità di popolazione nella regione Amazzonica, causata dall’urbanizzazione, i servizi offerti sono scarsi e concentrati principalmente nelle città. Il 23% dei residenti di Belém non ha accesso all'acqua potabile della città, mentre l'83% non è collegato al sistema fognario. Le aree rurali e periferiche rimangono in gran parte senza accesso o con accesso limitato ai servizi sanitari, educativi e di protezione sociale, vulnerabili e poco servite, queste popolazioni - soprattutto i bambini e gli adolescenti - devono affrontare una serie di sfide che mettono a rischio il loro benessere e la loro vita. Belém, grande centro del Nord-Est, è oggi una delle città più violente del Brasile, i casi di omicidio sono frequenti e i più esposti sono gli afro-discendenti, i poveri, i senza tetto, i migranti e i bambini.

 


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